Riprenderei dall'ultimo argomento che abbiamo affrontato ieri sera >> con la scheda tecnica la scheda metrica relativa alla rima. >> abbiamo parlato della rima perché introducendo parlandovi della scuola siciliana vi spiegavo >> che i testi >> della poesia siciliana ci >> sono noti in una veste linguistica diversa da quella in probabilmente furono concepiti e poi scritti E una spia di questo adattamento linguistico da un siciliano illustre verso un volgare di area toscana è in particolare la cosiddetta rima siciliana. Per introdurre la rima siciliana è opportuno chiarire a scanso di ogni equivoco che cos'è una rima. La rima è l'identità di suono quindi l'uguaglianza di >> suono tra >> due o più parole o tra due o più versi >> identità di suono a partire dall'ultima vocale tonica cioè dall'ultima vocale accentata. >> Ci sono vari e diversi tipi di rime >> il gioco retorico con con la rima in quanto figura principalmente di suono >> è molto vario e ha avuto diversi utilizzi nella tradizione >> letteraria >> non pretenderò che voi conosciate nel dettaglio le diverse tipologie >> di rima, >> ricordiamo però che la distribuzione >> delle rime >> in un testo >> e nello specifico in un testo poetico dà luogo, quindi è all'origine di diversi >> di differenti schemi rimici. >> Gli schemi rimici sono importantissimi per noi per lo studio della poesia per il semplicissimo >> fatto che >> hanno un valore strutturante. Quindi a seconda della... la presenza delle rime crea una segmentazione all'interno del testo >> Permette assieme alla lunghezza, quindi alla quantità di rime permette ...non di rime, scusate... alla quantità di sillabe permette di identificare e di isolare >> un verso. >> Quando >> l'identità di suono quindi la coincidenza di suono, tra >> due elementi è solo parziale >> si parla di rima imperfetta >> che può essere una >> assonanza, se tra la parte finale dei due termini coincidono soltanto le vocali, si parla invece di consonanza quando c'è uguaglianza delle consonanti. [La rima siciliana] è sostanzialmente una rima imperfetta. Nel senso che >> si chiama rima siciliana ed è considerata anche una rima >> assolutamente lecita, quindi non una eccezione, >> la possibilità di far rimare >> la e chiusa con la i >>e di far rimare la o chiusa >>con la u. Quindi "tenERE" e >> "partIRE" anche se non si tratta di una rima perfetta >> sono considerate due parole in rima, e nello specifico in rima siciliana >> lo stesso dicasi, >> per esempio >>per "amorOSO" e "USO" Questo non vale >> per la rima tra >> e aperta e i, quindi tra "bENE" e "fINE", e per la rima tra o aperta e u quindi pORTO fURTO non sono considerate corrette >> e non sono una >> rima siciliana. >> Questo perché? >> perché dipende dalla >> differenza tra il >> volgare in senso ampio siciliano quindi la parlata >>in generale meridionale e il >> volgare toscano, di area toscana Che darà poi origine, che diventerà poi la lingua italiana. >> Per capire un po' meglio di cosa si tratta ma vi rassicuro sul fatto che non vi chiederò di conoscere questi dettagli di tipo linguistico lo dico soltanto a complemento di informazione >> la questione dipende dal fatto che i volgari come senz'altro sapete hanno origine da una comune base che à la lingua >> latina. Nella lingua latina ciascuna vocale >> può essere breve o lunga. >> Quando con il tempo nell'evoluzione il latino >> si è evoluto è diventato il volgare di area >> siciliana >> La i breve del latino e la e lunga >> del latino hanno dato luogo a una i >> cosi come la o lunga del latino e la u breve del >> latino hanno dato luogo >> a una u Nel volgare toscano invece la i breve >> e la e lunga del latino hanno dato luogo a una e >> e mentre la o lunga >> del latino e la u breve del >> latino hanno dato luogo a una o >> molto semplicemente significa che >> il siciliano avrà >> "nivi" e "misi", >> Dove il, per esempio, >> dove il toscano avrà invece >> "neve" e "mese" Analogamente >> il siciliano avrà "suli" e "nuci" dove il toscano avrà "sole" e "noce". >> Mi direte: va bene, ma per quale ragione noi dobbiamo considerare che questo anche poi nell'italiano che è >> appunto >> ereditato dal Toscano, per quale ragione noi nell'italiano dovremmo accettare questa rima siciliana, in cui "nivi" può rimare con "neve" >> Per il semplice fatto che comunque la >> tradizione ha un peso e quando i vari copisti >> che hanno trascritto questi componimentioriginati dalla scuola >> siciliana, li hanno trascritti >> adattandoli alla loro lingua, Toscana, hanno potuto >> modificare le varie parole all'interno >> del verso quindi adattare il sistema vocalico del siciliano a quello del toscano, ma non hanno potuto farlo quando le parole erano in posizione di rima >> perché chiaramente >> la parola in posizione di rima è >> vincolata. Per adattarla alla loro lingua avrebbero dovuto modificare il verso. >> Quindi semplicemente si sono >> limitati a mantenere >> la rima cosiddetta appunto siciliana. Ovvero la rima di e chiusa con i e di o chiusa con u.